mercoledì, Aprile 24, 2024
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FMI su Malta: tante raccomandazioni ma la crescita è solida

Dopo il “terremoto” politico di fine 2019 e il cambio di Governo di inizio 2020 le analisi sullo stato di salute dell’economia a Malta – per ultima quella del FMI – sono come non mai contrastanti.

Ma andiamo per ordine. Dalla tastiera di un computer e dai blog, anche tra la comunità italiana, sono in molti a sostenere o quantomeno ipotizzare l’imminente “apocalisse”, così come nella parte anti-governativa della comunità locale. D’altro canto, naturalmente, ci sono gli ottimisti, tra cui molti uomini d’affari che nell’isola hanno portato i loro investimenti, e i filogovernativi: questi gettano acqua sul fuoco e rilanciano con entusiasmo il loro sostegno all’azione di governo del neo premier Robert Abela. E fin qui niente di sorprendente.

Una terza parte, poi, è quella rappresentata dagli analisti economici che periodicamente condividono valutazioni su Malta e la sua economia, presente e futura. Analisti che dovrebbero essere la parte meno condizionata da sentimenti politici, situazioni professionali o di vita quotidiana, e che dall’esterno cercano di restituire un’immagine veritiera sulla situazione economica basandosi su numeri accertati per giustificare lacune e possibili miglioramenti. Analisti – va ricordato – che con i loro giudizi condizionano la fiducia degli investitori ben più di quanto non facciano i commentatori da bar o da social network.

Abbiamo già condiviso in precedenti articoli alcune valutazioni di agenzie di rating espresse all’indomani delle dimissioni di Joseph Muscat: rispettivamente Fitch e DBRS hanno confermato i giudizi “A” e “A+”. E adesso arriva la valutazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI): non un’agenzia privata ma un’organizzazione internazionale pubblica composta dai rappresentanti dei governi di 189 Paesi. I malfidenti troveranno sempre una mano nascosta da ipotizzare per mettere in discussione una valutazione diversa dalla loro, ma per chi crede nelle istituzioni e nella correttezza dei dati forniti, ecco le considerazioni del FMI su Malta.

Il rapporto parla di una crescita economica ancora in corso, anche se adesso a velocità ridotta dopo l’impressionante accelerata dei cinque anni precedenti. La crescita del Pil reale dovrebbe scendere dal 7% del 2018 al 5% del 2019 e al 4% nel 2020. Sia chiaro: non si tratta di una decrescita, ma di una crescita meno sostenuta, con numeri che conservano sempre il segno + davanti. Il tutto mentre la situazione globale è dominata da un clima di incertezza generato da fattori politici (vedi i dazi USA) e da flessioni, come quella dell’industria tedesca, che inevitabilmente condizionano anche la consistenza della ricchezza a Malta, dove il fattore principale di traino resta la domanda interna rispetto a quella estera.

Per alcuni versanti, secondo il FMI il Paese resta vulnerabile a una parziale erosione degli investimenti dall’estero e ad alcune carenze infrastrutturali, nonostante gli sforzi compiuti per restare al passo, ma d’altro canto è lo Stato più attrattivo per le aziende del Regno Unito che nel post Brexit cercheranno di mantenere un piede dentro all’Unione Europea.

Il Paese deve continuare a rafforzare il proprio sistema di monitoraggio e contrasto in chiave anti-riciclaggio per non esporsi a minacce rispetto alla propria stabilità finanziaria. I controlli, allo stesso tempo, secondo il FMI devono accompagnare anche lo sviluppo del gaming, dell’economia digitale e del programma IIP per la vendita della cittadinanza. Deve inoltre essere rafforzata la capacità di supervisione della MFSA (Malta Financial Services Authority) nei confronti degli istituti bancari. È anche importante affrontare una serie di lacune nel quadro della gestione delle crisi. In particolare, il quadro giuridico per l’insolvenza bancaria dovrebbe essere aggiornato e semplificato, insieme all’introduzione di un regime amministrativo per la chiusura e la liquidazione di una banca in dissesto.

Bene poi l’andamento del debito pubblico, destinato a scendere sotto il 45% del Pil, e le finanze dello Stato, che segneranno anche per il 2019 un surplus, per il quarto anno consecutivo.

Altre raccomandazioni. Continuare a investire in nuove infrastrutture e migliorare al contempo l’efficienza degli investimenti pubblici, contenendo le spese correnti. Ridurre i rischi legati alle garanzie statali e alle imprese pubbliche, affrontando le pressioni di spesa a lungo termine legate all’invecchiamento della popolazione. Continuare a rafforzare le entrate fiscali ed esplorare soluzione per diversificare i proventi dell’imposta sul reddito delle società (CIT). Sostenere ulteriormente la partecipazione alla forza lavoro degli anziani e delle donne, colmare lacune esistenti nelle competenze, favorire l’innovazione e l’accesso alla casa a prezzi accessibili per garantire una crescita sostenibile e inclusiva. Il miglioramento della governance, infine, salvaguarderebbe il clima imprenditoriale e la sua attrattiva per gli investimenti esteri dopo il surriscaldamento degli ultimi mesi.

A ciascuno lasciamo trarre le sue conclusioni finali dopo quelle del FMI. Le nostre sono queste: c’è ancora molto da lavorare, perché le vie della perfezione e del miglioramento sono infinite. Ma la situazione presente e futura dell’economia maltese appare ancora oggi lusinghiera, soprattutto se paragonata a quella di altri Paesi che intravvedono i fantasmi di nuove recessioni.

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Questo articolo fornisce solo informazioni generali e non sostituisce in alcun modo la consulenza professionale. Si raccomanda di consultare un professionista qualificato prima di prendere qualsiasi decisione importante in merito a questioni finanziarie, legali o di altro tipo. L'autore e la pubblicazione non sono responsabili per eventuali errori o danni causati dall'utilizzo delle informazioni contenute in questo articolo.

Giovanni Guarise
Giovanni Guarise
Giornalista professionista dal 2010, nel corso degli anni da freelance ha dedicato particolare attenzione al mondo della Piccola e Media Impresa, realizzando approfondimenti e focus per diversi quotidiani, e collaborando nelle attività di comunicazione per un'associazione di categoria in Veneto
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