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L’intelligenza futura è artificiale: intervista a Jackie Mallia

Jackie Mallia è specializzata in diritto IT. Il suo lavoro è concentrato su questioni legali connesse a tecnologie emergenti, proprietà intellettuale, licenze, commercio elettronico, giochi online e protezione dei dati (GDPR). Fino ad oggi ha redatto quadri normativi per i paesi del Commonwealth nei settori delle telecomunicazioni, della criminalità informatica, delle prove digitali, del commercio elettronico, delle firme elettroniche e della protezione dei dati, e ha svolto incarichi legali per la Commissione Europea sempre relativi alla tecnologia di ultima generazione. Attualmente si sta dedicando a intelligenza artificiale, blockchain, IOT e altre tecnologie emergenti. Quanto basta per capire qual è la sua vera passione: il futuro.

Quando una persona qualunque sente parlare di Intelligenza Artificiale pensa ai robot. Si tratta di un collegamento ragionevole o troppo generico?

Pensare all’intelligenza artificiale in termini di “robot” è in realtà un’affermazione molto generica. La robotica è solo una parte di ciò che oggi definiamo “intelligenza artificiale”, che essenzialmente sta facendo in modo che i computer svolgano compiti simili a quelli degli esseri umani e mostrino una qualche forma di intelligenza simile all’intelligenza umana, anche se gli esperti concordano sul fatto che attualmente non esiste una definizione di “AI” (nrd Artificial Intelligence). L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per il riconoscimento degli oggetti, l’analisi del sentimento, l’elaborazione del linguaggio naturale, la predicazione. Stiamo già utilizzando l’AI oggi nella nostra vita di tutti i giorni: per fare un esempio semplice, quando Amazon ti consiglia acquisti in base alla tua attività precedente, utilizza l’AI.

Cosa può fare un’istituzione pubblica per supportare lo sviluppo dell’AI e i relativi investimenti?

Molti sviluppi dell’AI sono startup che necessitano di un sostegno finanziario sotto forma di crediti d’imposta, coinvestimento o altri finanziamenti. I governi possono supportare lo sviluppo della tecnologia AI in questo modo. Le persone giuste, la competenza adeguata, gli investitori, la formazione: tutte queste questioni sono fondamentali per lo sviluppo dell’AI. Inoltre, tutti gli sviluppatori beneficiano di un certo livello di certezza del diritto: ad esempio, sapere chi è il responsabile in caso di uno sviluppo errato consente un livello di chiarezza per lo sviluppatore, oltre a dare al consumatore finale un livello di fiducia che agevola anche l’adozione della tecnologia. Un’altra questione che può supportare lo sviluppo dell’AI è la creazione di un pacchetto normativo che fornisca esenzioni per consentire alle aziende di esplorare e testare concetti e soluzioni con garanzie proporzionate, in un ambiente contenuto, per una durata ben definita. Malta sta lavorando su tutti questi elementi e la strategia nazionale che sarà lanciata al Delta Summit ne è la prova. Il governo maltese è pienamente impegnato a supportare lo sviluppo di questa tecnologia e desidera collaborare con ricercatori, start-up e aziende che intendono utilizzare Malta per progetti pilota o implementare soluzioni di intelligenza artificiale. Ha inoltre creato un’interfaccia per le parti interessate, al fine di presentare proposte e incontrare con i funzionari del governo, tramite il sito www.malta.ai.

Quali sono le novità del 2019 che coinvolgono Malta in questo sviluppo?

Come accennato in precedenza, Malta lancerà la sua strategia nazionale per l’AI al Delta Summit. La strategia affronta molti dei punti appena menzionati. Inoltre, Malta assumerà anche una guida globale nello sviluppo di un quadro normativo e di certificazione per accordi tecnologici innovativi attraverso l’istituzione della Malta Digital Innovation Authority (MDIA), l’autorità nazionale responsabile per le politiche governative e la regolamentazione delle tecnologie emergenti, e la creazione della legge sui sistemi e i servizi innovativi (ITAS). Il quadro di certificazione è stato sviluppato appositamente per essere neutrale dal punto di vista tecnologico e volontario, basato sul presupposto che individui e organizzazioni con determinazione avrebbero cercato un segnale positivo di riconoscimento che avrebbe creato fiducia e trasparenza tra utenti, consumatori e parti interessate. Il processo di certificazione si baserà in gran parte sul Ethical AI Framework (la cui versione finale verrà pubblicata a breve), al fine di fornire ai candidati un valido riconoscimento sul mercato per attestare che i loro sistemi di intelligenza artificiale sono stati sviluppati in maniera adeguata dal punto di vista etico, della trasparenza e della responsabilità sociale. La certificazione verrà rilasciata dall’MDIA.

Malta aspira a diventare un “Ultimate AI Launchpad”, ossia un luogo in cui aziende e imprenditori locali e stranieri possono sviluppare, prototipare, testare e ridimensionare l’AI mostrando le loro innovazioni a un’intera nazione pronta per l’adozione.

Quali sono i punti di forza di Malta rispetto ad altri Paesi dal punto di vista politico-normativo?

I vantaggi di Malta come trampolino di lancio per l’AI sono numerosi. Una popolazione ridotta, pari a quella di una città, adatta a essere un sito pilota. L’inglese come una delle due lingue nazionali ufficiali. Un’infrastruttura di telecomunicazioni tra le più avanzate in Europa, con alti tassi di potenza mobile e a banda larga, e infrastrutture predisposte per il 5G. Leggi e quadri normativi locali specificamente progettati per promuovere l’adozione e l’uso di tecnologie innovative. Un governo che si impegna a creare le condizioni per un solido ecosistema di AI locale, aiutando le aziende che investono a Malta non solo ad aprire la propria attività, ma a commercializzare e ad accelerare i processi di sviluppo. Un ambiente normativo stabile e favorevole alle imprese attraverso le telecomunicazioni, i giochi e i servizi finanziari che favorisce la sperimentazione dell’innovazione. Il regolatore maltese delle telecomunicazioni gestisce già un sistema di licenze di prova che fanno di Malta un banco di sperimentazione sia per test tecnologici che per prove di servizio che coinvolgono terzi o il pubblico. Le principali società di telecomunicazioni globali hanno stipulato accordi con il governo per utilizzare l’isola come luogo di sperimentazione per la tecnologia digitale, tra cui 5G, AI, realtà virtuale, big data, blockchain, creando fondi tecnologici per investire in locali start-up.

Come descriverebbe ad un collega avvocato la giurisprudenza applicata alla tecnologia di ultima generazione?

È molto difficile per il mondo del diritto tenere il passo con i nuovi sviluppi tecnologici. Nel caso dell’AI, ad esempio, ci sono così tante domande, da un punto di vista legale, alle quali i paesi di tutto il mondo stanno cercando di dare risposte. Ad esempio: Se la decisione della macchina è sbagliata, chi ne è responsabile? Chi possiede il codice creato da robot autonomi intelligenti? In che misura gli sviluppatori dovrebbero avere accesso ai dati personali? Dovrebbero esserci delle deroghe al regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR)? Queste sono solo alcune di innumerevoli domande a cui dare risposta.

Di cosa si è occupata come membro della Task Force di Malta sull’AI?

Sono stata coinvolta nella stesura della bozza dell’Ethical AI Framework, Towards Trustworthy AI, che mira a stabilire una serie di principi guida e pratiche affidabili di governance e controllo dell’AI. Il Malta Ethical AI Framework stabilisce quattro principi etici di AI per stabilirne l’affidabilità. Autonomia umana: gli esseri umani che interagiscono con i sistemi di intelligenza artificiale devono essere in grado di mantenere una piena consapevolezza di loro stessi. Prevenzione del danno: i sistemi di AI non devono causare danni in nessuna fase del loro ciclo di vita agli esseri umani, all’ambiente naturale o ad altri esseri viventi. Equità: lo sviluppo, la diffusione, l’uso e il funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale devono essere equi. Descrivibilità: gli utenti finali e dovrebbero essere in grado di comprendere il funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale, come richiesto per il caso d’uso specifico. Le linee guida etiche tuttavia non sono legge, e rimane evidente che una revisione dell’attuale legislazione maltese – per la sua applicabilità e capacità di affrontare le molte questioni legali che sorgono con l’uso e lo sviluppo dell’AI – è senza dubbio richiesta.

Parteciperà al Delta Summit 2019? Cosa si aspetta da questa edizione?

Sarò sicuramente al Delta Summit nell’anno in cui il governo lancerà la strategia AI di Malta. Farò parte di un panel di discussione sui vari pilastri e fattori abilitanti della strategia.

Dopo la Blockchain Island, Malta può diventare anche l’isola della robotica?

Più che di una semplice “robotica”, l’ambizione di Malta è quella di creare le condizioni affinché la tecnologia AI in generale possa volare da Malta al mondo intero. Malta mira a diventare un “Ultimate AI Launchpad”.

Ci sono altre tecnologie emergenti che l’arcipelago può esplorare per anticipare il futuro?

Certamente. Malta esaminerà la realtà virtuale, l’internet delle cose, la tecnologia quantistica e il mining spaziale. Quest’ultimo concetto di si riferisce all’esplorazione privata e allo sfruttamento delle risorse spaziali. Il presidente Obama aveva firmato la cosiddetta “Legge spaziale”, approvata dal Congresso degli Stati Uniti, nel 25 novembre 2015, per dare il via libera all’appropriazione di asteroidi e altre “risorse spaziali”. Anche le industrie legate alla tecnologia, come gli eSport, sono infine allo studio, e probabilmente verranno incentivate.

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Questo articolo fornisce solo informazioni generali e non sostituisce in alcun modo la consulenza professionale. Si raccomanda di consultare un professionista qualificato prima di prendere qualsiasi decisione importante in merito a questioni finanziarie, legali o di altro tipo. L'autore e la pubblicazione non sono responsabili per eventuali errori o danni causati dall'utilizzo delle informazioni contenute in questo articolo.

Giovanni Guarise
Giovanni Guarise
Giornalista professionista dal 2010, nel corso degli anni da freelance ha dedicato particolare attenzione al mondo della Piccola e Media Impresa, realizzando approfondimenti e focus per diversi quotidiani, e collaborando nelle attività di comunicazione per un'associazione di categoria in Veneto
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